ROUTE DI PASQUA DI SOVIORE 1993
Tema
"… E IL TERZO GIORNO
RESUSCITÒ DA MORTE…
SE NON È VERO
TUTTO È VANO!"
Mercoledì 07/04/1993 23:55
Santuario di Montenero
Don Sandro, Lancio
La storia di Soviore parte da tempo fa, e lo scopo è il Roverismo.
Il Roverismo è nato cattolico, è nato per ultimo, dopo la branca L/C e la branca E/G, e dal Roverismo è nato lo Scoltismo.
Lo Scoutismo è nato religioso ma da un animo anglicano, non cattolico, ed aperto a tutte le confessioni.
Il Roverismo, nato negli anni '30, è nato dalla fantasia e buona volontà non di B.-P. che era vecchio. La Provvidenza volle che un gruppo di preti in Francia e Belgio prendessero la cosa sul serio, e cioè che il Metodo Scout fosse educativo anche per coloro per i quali non era esplicato (allora fino a diciotto anni), e potesse divenire qualcosa di più.
B.-P. fu amico di questi sacerdoti, seguì la loro intuizione, la fece sua, ed in Inghilterra volle che anche in ambiente non cattolico il Roverismo progredisse.
Il Rover di cui si parla ne "La strada verso il successo" è il Rover Scout, ovvero colui che ha fatto la Partenza.
Questi sacerdoti dovettero preoccuparsi di costruire questa branca, che chiamarono "Route".
Gli Esploratori avevano la Squadriglia, il Consiglio della Legge, ecc..
La Branca Lupetti era stata studiata bene da B.-P. e da collaboratori fino ai minimi particolari, fino a farne il metodo educativo più completo che ci fosse, tanto che a volerlo perfezionare lo si è guastato.
Bisognava dare un metodo a quelli che sopra i 18 anni dovevano progredire nella vita seguendo i principi dello Scoutismo.
Abbé Cornette, Pére Sevin ed altri, uomini di grandissima spiritualità monastica benedettina, pensarono ai loro Clan ed alla loro Route (intesa come 'branca Rover') come ad un monastero, col Capo Clan che era un Abate.
Non più un Riparto diviso in Squadriglie, ma un Clan con un unico Capo, un unico Abate, che avesse tanti figli da far progredire.
Poi c'erano quelli che venivano dal Riparto, e si trovavano in un ambiente diverso, attorno al Capo-Abate, e che quindi andavano introdotti a questa vita nuova, per impararne il linguaggio e lo spirito, ed allora si pensò, come nei monasteri, a creare un Noviziato.
I novizi nel monastero sono coloro che vogliono imparare e giudicare, ed alla fine decidono se accettare o no di diventare monaci.
Il Noviziato è un gruppetto che il Capo Clan affida ad un Maestro dei Novizi perché lo introduca ad una vita di fraternità totale, ad un'obbedienza ad un Capo Clan che più di un Capo Riparto o di un Akela chiede obbedienza, perché chiede una Obbedienza tale da essere progettata e non da essere discussa, sull'esempio di Gesù, che quando fu interrogato da più discepoli che chiedevano cosa fare, disse di andare con lui e vedere.
Il Capo Clan deve dire ai suoi Rover: "venite e vedete", vi condurrò io a fare cose meravigliose ed esperienze che vi piaceranno.
Non è oligocrazia, monarchia, ma è vita di solidarietà sociale attorno ad uno che merita fiducia, ed è il padre di tutti, che gli stanno tutti a cuore, e che si accorge che gli R/S sono pronti ad entrare a far parte della vita e poi sono ad un certo punto pronti ad affrontare la vita da soli, ed allora li chiamerà e dirà: "tu la prossima uscita farai la Partenza, ma non perché me lo chiedi tu, ma perché io, avendone parlato e discusso con l'Assistente Ecclesiastico, giudico che rimanendo qui perderesti tempo e lo faresti perdere agli altri, quindi è tempo di partire".
Un Monastero ha bisogno di un chiostro, ed il nostro chiostro è la Strada.
Se la Strada deve essere un chiostro, deve essere diversa da quella di coloro che la usano per andare al mare. Il Rover va sulla Strada per santificarvisi, per vederla in modo diverso.
Bisogna saper incontrare la gente ed incontrandola lanciarle un sorriso, augurare Buona Pasqua, tanto che la gente si accorga che incontra qualcuno che gira in maniera diversa da come girano gli altri, per cui il girare è un farsi santi.
Non capiranno questo, ma capiranno che esiste un genere di gioventù diverso da quella di cui si parla sempre male perché si droga, ecc..
Così come vedere un frate in un Monastero fa effetto, anche noi dovremo sulla Strada fare effetto.
I novizi faticheranno di più, ma impareranno.
E incontrando una Chiesa, lasciate fuori lo zaino ed entrate.
Adesso lo fate in divisa ed in formazione, in Unità. Ma se siete Rover, lo stesso dovrete sempre, ovunque, farlo così, per incontrare un Cristo che cammina per la Strada, ma che sorride a tutti quelli che incontra.
Ecco l'importanza dei padri fondatori con l'aiuto di B.-P., e Soviore parte da lì, e propone uno Scoutismo che si adatta ai tempi, ma rimane fedele alla sua origine.
A Pasqua c'è l'uovo perché simboleggia la resurrezione. E' una tradizione antichissima di secoli nella Chiesa, perché l'uovo é una cosa che rompendosi ad un certo punto fa nascere qualcosa.
E Gesù ha rotto due uova, la prima quando è nato, la seconda quando è nato ad un nuovo genere di vita.
Il tema di domani.
Non siamo qui a fare una Route a Pasqua ma una Route di Pasqua, una Route che è quindi religiosa dalla testa ai piedi.
Il Tema è una frase del Credo, con un breve commento di San Paolo:
"E il terzo giorno resuscitò da morte";
"Se non fosse vero, tutto sarebbe vano, tutto sarebbe vuoto".
Vale la pena tutto questo affanno?
Forse ognuno di noi ha motivi, e i motivi sono tutti diversi dagli altri.
Giovedì 08/04/1993 12:03
Per strada
Capitolo di unità
- Provocazione a tutti i livelli
- Non puntare sul fare ma sul perché.
- Ma è tutto vano domani?
- L'accusa che il Cristianesimo sia stato una filosofia appartiene alla storia del cristianesimo. Critiche classiche sono le accuse politiche, come Pilato: "dunque tu sei Re". Questa è un'accusa di essere vano, di essere alla ricerca del potere, ma è un'accusa che è stata messa da parte.
- Contesto quanto detto.
- Gesù Cristo come figura storica ha proposto belle idee da mettere in prativa, ma non si può essere felici lo stesso. Alcuni dicono "Cristo" e mettono in pratica quello in cui credono. Altri invece di arrendono di fronte alle contingenze ("chi non rinnega suo padre, sia madre, …"). A Soviore ci sono diversi tipi di persone: quelli che per fortuna hanno la fede (che è un dono), e la mettono in pratica. E quelli che vengono senza deve ma poi seguono la volontà del Padre. O è tutto vano.
- Ma bisogna stare attenti, per lui non cambia niente.
- Ciò che dobbiamo giudicare è quanto, al limite, possiamo essere coerenti. La preghiera nei giorni di Pasqua è intensissima. Ma la settimana dopo?
- Qua si è in un ambiente che ci educa apposta a questo.
- Bisogna prendere esempio e aggiungere la fede.
- Se il Cristianesimo no è preso come valore assoluto, la vita può essere soddisfacente.
- La fede senza la opere non serve, dice S. Giovanni, e le opere senza la fede neppure.
- Sottolineare la Resurrezione come risposta alla morte.
- Anche per altre religioni c'è una risposta alla morte.
- Noi siamo di fronte alla Resurrezione. Forse c'è una via, ma forse è soggettiva. Ci sono altre vie per creare un ponte, ma qui siamo di fronte ad un fatto reale.
- La fede è come un computer, o è accesa o è spenta.
- I musulmani son lo stesso pieni di fede.
- L'ecumenismo si basa anche sul rispetto della validità delle religioni.
- In ogni caso all'inizio bisogna avere il coraggio di fare un salto (che tutti possono fare). La proposta è fatta a tutti.
- Non a tutti però nella stessa misura.
- Ma è fatta a tutti, poi la nostra [alacrità?] decide, è una cosa sicuramente non razionale.
- Che cosa porta avanti uno se non riesce a realizzare il suo progetto?
Venerdì 09/04/1993 00:55
Santuario di Soviore
Consiglio Capi
Davide, Capo Campo
Intervento in Chiesa: uniforme con ostinato rigore.
- Noviziati un po' così così.
- Novizi: fiducia, la quale rimane più alta.
- Fare una strada che non debbano prendere delle proposte, ma [parola?] da noi.
- Clan: Eucarestia.
Don Sandro:
Il tema che se Cristo non è risorto nulla ha senso in questo mondo, è un po' difficile da introdurre. Bisogna continuare a proporsi perché si riscoprano le origini del Roverismo e dello Scoltismo, perché ci sia una crescita nella fedeltà, affinché non succeda quanto accaduto al Roverismo francese, che per trasformarsi in un'associazione giovanile cattolica è scomparso.
Temi fondamentali della Fede. Non ne possiamo più di temi dell'umanesimo. Quest'anno il Tema è "l'aldilà che dà senso al vivere".
Venerdì 09/04/1993 10:10
Santuario di Soviore
Don Sandro, Lancio
Se ci lasciassimo alla tentazione, cioè se la mattina dormissimo anziché alzarci, continueremmo presto a farlo per sempre.
Che senso hanno i bambini ammazzati a Sarajevo? E quelli ammazzati in Francia con una pillola alla sera e il mattino finiti nel cesso?
E queste cose poi sono iniziate col mondo, pensando a Caino o a qualcuno come lui.
E se c'è un vecchietto che dice di migliorare un tantinino il mondo, ce ne sono vicino a noi mille che cercano di peggiorarlo un po'.
E mai come adesso siamo vicini alla distruzione del mondo, con la disfatta della Russia le bombe atomiche si smerciano come il pane, e sono lì per chi le compra.
C'è mai stato un mondo brutto come quello di adesso?
Il mondo va aggravandosi come salute. Anche se gli stadi diventano più belli e le partite le vediamo alla tele, per fortuna nostra non sappiamo cosa c'è veramente.
Qua in Liguria c'è un monte il cui interno è pieno di testate nucleari (Parodi a Castellana). Anche se sono ferme, sono lì, arrivano dal mare attraverso una galleria.
E in Ungheria dei missili sono puntati lì su questo monte.
E anche se sono fermi, sono lì.
E fanno ridere certi verdolini che discutono sulla costruzione di un ponte che deturpa il paesaggio, quando un passo più in là ci sono bombe atomiche.
E anche nella Romagna, le pianure sotto sono piene di gallerie. Non lo sanno tutti, ma da qualche parte la roba deve pur finire, e non può finire nell'immondezzaio.
Questo degrado non ha proprio un senso?
Siamo proprio dei disperati? Siamo disposti a perdere tutto?
E quel Gesù che è venuto, venuto apposta per andare sulla croce, ha fallito tutto? Non è servito a nulla?
E' possibile che si debba concludere così la sua storia? Possibile che Gesù abbia svenduto così se stesso e la sua Resurrezione? E che la sua Passione fosse un atto vigliacco di uno che, sentendosi perduto, ha tagliato la corda ed è salito alla destra del Padre?
E questa "Milano da bere al mattino presto" (pubblicità) che ha ragazzi da svegliare alla mattina debba ridursi ad una storia di degrado (tangentopoli)? Può essere questo il domani della nostra vita? Condannati, limitando il più possibile i danni, a vedere che tutto finisce così?
Gesù è venuto a fare delle chiacchiere o è venuto per una storia di peccato instauratasi dopo un primo Peccato, ma alla quale noi partecipiamo, perché tutti contribuiamo con un sassolino?
Nella nostra vita sono stati più i peccati o le opere buone?
Se è peccato portare rancore al nostro amico, al nostro vicino, al nostro compagno di classe o di Clan e Fuoco, che ci sta antipatico, se è vero che questo è peccato, allora?
Gesù non è solo un medico che è venuto a vedere se il mondo era malato. Non è stato un medico pietoso che ci ha nascosto la nostra malattia, ci ha detto la diagnosi perché ce ne rendessimo conto, e ci ha preparato la medicina.
Siamo malati di inferno. Ci ha guadagnato con la sua Passione la medicina e ce l'ha messa lì, non l'ha presa Lui, a Lui non serviva, l'ha messa sul nostro comodino.
E Lui il terzo giorno è resuscitato.
Ecco perché tutto non va a finire in letame.
Tutto mantiene significato perché Gesù ha preparato tutto per noi.
C'è gente che ha girato il mondo per trovare risposte e filosofie al 'perché vivo e come vivo'. Sono saltate fuori strane persone per cui la vita si realizzava quando diventava niente.
Ma l'unico che ci ha dato risposta è stato Gesù. "Comunque vada il mondo, io vi dico, come discepoli, di impegnarvi e migliorarvi. Le Croci che abbiamo, se sono pagate come Gesù ha pagato, per il terzo giorno si risorge".
San Paolo dice che tutto l'universo aspetta la nostra resurrezione per risorgere con noi.
Dovrà infatti esserci un universo nuovo, capace di sostenere, di avere un rapporto con la parte materiale, col nostro corpo, ma questo universo aspetta di essere ricostruito il terzo giorno con la nostra resurrezione.
Può essere triste una cosa: noi che siamo Cristiani e chi più chi meno ci impegniamo, facendo volontariato o facendo gli Scouts, potremmo far questo senza che ci importi più di tanto, cioè senza che ci importi sapere che si risorge il Terzo Giorno. Gesù c'è riuscito: per primo è riuscito a rompere il guscio dell'uovo, per raggiungere un'altra vita, che non fosse vita di degrado e di morte.
Se ci chiedessimo: "ma ci credi proprio che Gesù è resuscitato, giocheresti tutto quello che hai?", non direste: "mah, ...mi hanno detto così perché sono nato qui, se fossi nato in Asia...", "me l'hanno detto papà, mamma e scuola...".
Il problema è essere sicuri di questo, altrimenti dovremmo partire per il Tibet ed andare in un monastero di Lama che ci dica un nuovo motivo.
Urge.
Perché adesso sono gli anni più belli, quelli che imposteranno la nostra vita.
Oggi chiediamoci questo: "ci crediamo davvero?"
E se no, possiamo darci una giustificazione logica per assurdo: se non è vero questo , allora non c'è senso a nulla. E allora deve essere vero, altrimenti non avrebbe più senso vivere.
I discepoli ne sono testimoni, in più di quattrocento lo videro salire al cielo.
Se non è storico e vero questo, possiamo buttare via i testi di Cesare, l'anabasi e tutti i testi dell'antichità.
Noi non stiamo passando un Venerdì Santo come quelli che si preoccupano di occultare le prove di una tangentopoli, il Venerdì Santo possono viverlo tutti come vogliono.
La Chiesa oggi invita a digiunare e mortificarsi nel cibo, il ché è diverso da non mangiare, non è in senso quantitativo. E' un invito a trascorrere la giornata a pane e acqua.
E poi, abbiate fantasia, viviamo nella gioia e nel sorriso questo momento, per ricordare che c'è stato un altro che ha sofferto, e sofferto sul serio.
Ed era l'unico che poteva farne a meno.
E alle tre fate qualcosa, non l'eterno riposo, che ricordi la morte: leggete un brano o qualcosa.
E puntuali nel ritorno!
Venerdì 09/04/1993 12:15
Hyke
Capitolo di unità
- Il fattore religioso al di là di un fattore geografico viene dalle nostre condizioni quotidiane. È diventato troppo una roba da mass-media, basta vedere cosa accade alle feste, che perdono il contenuto religioso per acquisirne uno sociale. Molto è stato inaridito dalla nostra società. La religione è di massa imposta, anche come singolo. È una scelta del genitori, che noi abbiamo maturato dalla nascita ad oggi. La fede è una cosa talmente interiore che va al di là delle esperienze religiose. Io ho paura a farmi le domande e scoprire che non credo davvero che Cristo è risorto. La religione è un fatto di cultura, e la fede un fatto di culto personale. Non bisogna identificare la religione con il buon sentimento.
- Se la religione si definisce come l'insieme dei Sacramenti propri del Cattolicesimo, se abbiamo necessità…. Fede = vedere Lui, pratiche religiose = mezzo per raggiungerlo. Per la Chiesa Dio è il nostro, perché si è rivelato in terra in Gesù Cristo.
- L'univa via per credere in Dio è credere in Gesù Cristo? Non solo la nostra religione offre la prospettiva dell'aldilà, ma l'unica in cui il Figlio di Dio è venuto a parlarcene. E se è risorto, quello che ha detto è vero.
- Ma chi può provare che è risorto?
- Ed il fatto storico, chi dice che è vero?
- È una questione di fede.
- C'è certezza della resurrezione solo vedendo la gente buona che c'è in giro.
- Fede = speranza = fiducia, che ci chiedevano ieri. Io mi sforzo di fidarmi, il segreto è lì. Quello che è difficile è la testimonianza, cui noi come educatori siamo destinati. Io ho sentito parlare di Sai Baba in India, che ha fatto dei miracoli. Se fosse veramente mandato da Dio, varrebbe la pena di prendere la valigetta ed andare in India?
- Ma il Vangelo di Luca dice: "guardate di non lasciarvi ingannare, molti verranno nel mio nome, ma non sono io".
- Il discorso della resurrezione è centrale. Effettivamente prima che Gesù risorgesse, i discepoli si erano dispersi. La venuta di Gesù, se crediamo, si conclude con la vittoria sulla morte, altrimenti sarebbe un profeta come gli altri.
- Gesù aveva detto che sarebbe resuscitato, e poi l'ha fatto. Altrimenti Pilato non avrebbe messo le guardie a presidiare il Sepolcro.
- Fino ad una certa età ho avuto un insegnamento costante. Dopo, c'è il rischio di prendere in mano la religione e farne la 'propria' religione. Ho incontrato Cristo in un momento di ascesi, indipendentemente da quanto accaduto prima. Tutto stava in quell'incontro. Fiducia è quella del bambino che mette la mano nella mano del papà, oppure di chi ama. Fede è qualcosa che dà effettivo valore a quell'affidarsi: non è più fiducia, è il gradino spirituale di qualcosa che è nuovo. La fiducia può essere malriposta, Cristo non farà mai il torto di non corrispondere la mia fiducia.
- I momenti in cui mi sono posto più spesso la domanda se credevo o no è stato quando mi sono trovato di fronte a persone che non avevano compiuto il cammino. Questo salto c'è, ma bisogna volerlo fare. Trovarmi di fronte a persone che mi mettevano radicalmente in dubbio, ha aiutati molto. Sono le esperienze che non si possono comunicare che aiutano. Chiedermi cosa sarebbe stato senza fede mi ha fatto vedere una enorme disperazione. Non c'è neanche nulla da pesare sulla bilancia. Da una parte il nulla, dall'altra qualcosa che pesa per forza di più.
- E i martiri non Cristiani?
- Citazione dall'inno alla carità di S. Paolo. Ma se non c'è la carità, a nulla serve. A me non interessano le persone, al limite giudico le opere.
- La fede più è messa in crisi più si rafforza. E si rafforza attraverso i dubbi.
- La fede si può fortificare.
- La fede come dono è qualcosa che arriva a tutti, ma poi non è finita, bisogna fortificarla.
- Se c'è il dubbio, è colpa del peccato originale.
Venerdì 09/04/1993 22:24
Santuario di Soviore
Don Sandro, Lancio del Deserto
Il Crocefisso che c'è qua ha una storia.
Un Parroco aveva appena parlato di Cristo che diventa un tutt'uno con la Croce, anche perché i chiodi in realtà erano 'clavi trabalis', spezzoni di ferro quadrati che si piantavano da una parte all'altra e poi si ribattevano.
Figuriamoci poi nella carne.
Ma il concetto è che le due travi inchiodate così non erano una inchiodata all'altra, ma facevano una cosa sola.
Lo stesso i crocefissi: erano croce e crocefisso una cosa sola.
Questo Crocefisso vuole esprimere una cosa sola: il Cristo che con la sua Croce diventa un tutt'uno, quasi fosse affogato nella sua Croce.
Ma sarà un Cristo che sprofonda nella Croce o un Cristo che sta venendo fuori dalla Croce?
La Croce che partorisce il suo crocefisso per mandarlo alla Resurrezione.
La Resurrezione è lì nel mucchio delle verità che stanno nella Bibbia? E' solo una cosa che fa parte della nostra cultura?
Cristo viene per dare l'occasione anche a noi di risorgere il Terzo Giorno.
Adesso andate via a meditare da soli, e poi concludete tornando qui, davanti al Crocefisso.
Troverete un cesto, penna e carta.
Ricordiamo le uova pasquali in Russia, al tempo di Krushev, che venivano portate in processione da un paese all'altro in un cestino, così che nessuno potesse dire nulla, non sospettandone il significato. Chi vuole portare a casa l'uovo della sua coscienza, scriva il suo nome e gruppo, e domani sera avrà il suo uovo, preparato dalle suorine. Ciascuno ne può prendere fino a tre: uno per sé, uno per i genitori e uno per la fidanzata o fidanzato. Deve essere una scelta di fede, non un souvenir di questa Pasqua di Soviore.
E' un uovo che sarà il simbolo di questa Pasqua vissuta interrogandosi se questo Cristo è vissuto davvero. Ma se restano dei dubbi che Cristo non abbia fatto nulla di nuovo, e non fu una scelta di Dio a darci la fortuna di crescere là dove l'ipotesi della verità è più piena, allora non prendete l'uovo.
Non interrompete il silenzio, osservatelo e poi buttatevi in tenda, dopo aver salutato se possibile il Crocefisso, almeno per dire: senti, mi impegnerò, se l'uovo non lo prenderò quest'anno, sarà un altra volta.
Il Capo Clan propone le cose perché i Rover devono imparare a dirgli di sì.
Venerdì 09/04/1993 22:42
Santuario di Soviore
Il Capo Campo
Davide, Capo Campo
Grosso Caos.
Ma alla fine bisognava che i Capi si arrangiassero, non dobbiamo chiamarli noi al dovere.
Riguardo i due noviziati mandati a casa, la Route di Soviore è nata per essere un'isola sulla luna, dopo la scissione delle associazioni italiane, e lo Scoutismo che si fa qui non è né Agesci né Fse, è uno Scoutismo che si aggancia direttamente alle origini. E non si tratta di discuterne, bisogna accettarlo. Se qualcuno entra in una Chiesa in cui si celebra una messa in latino, non deve poi lamentarsi se non si parla in italiano o se non capisce il latino. Lo stesso è qua. E se non c'è la buona volontà, ci si può alzare ed andarsene da un'altra parte: nessuno è obbligato a venire, ma chi viene deve rispettare le regole, come scritto sulla circolare. Possono essere giustificati al limite quelli che non lo sanno, ma gli altri no. E se proprio, i Capi potevano degnarsi di venirne a discutere. E se l'anno prossimo ritorneranno con voglia di partecipare, saranno tutti bene accetti.
Il Capo Clan deve proporre le cose affinché i Rover imparino a dirgli di sì (a fidarsi di lui).
Venerdì 09/04/1993 23:41
Santuario di Soviore
Consiglio Capi
00:36 Don Sandro
Bisogna andare all'essenziale: la Resurrezione è la cosa centrale.
La Resurrezione è il punto ed il problema.
Cristo non è venuto per guarire la gente. I miracoli erano un segno dimostrativo, ma non è sceso per istituire un ospedale, altrimenti avrebbe fondato una clinica e guarito i malati.
Tutta la sua predicazione serviva a preparare la Resurrezione. La Resurrezione era la scommessa finale. Lui è sceso per risorgere, altrimenti cade tutto il castello.
E' tempo di andare al cuore del problema, ed è qualche anno che vi andiamo. E questo è il cuore del cuore.
E' ancora lì la questione: ci si crede o no? E se non ci si crede non si è Cristiani, e credere vuol dire giocarsi una vita, essere disposti a tutto.
Ed allora è lunga la strada per diventare cristiani.
"Se Cristo non è morto, siamo i più disgraziati di tutti, ci crolla tutto in mano".
Il discorso di San Paolo ad Atene, all'Areopago, quando arriva alla Resurrezione viene troncato: per i 'furbi' di questo mondo è un discorso scemo.
Non dobbiamo meravigliarci che ci sia resistenza.
Se bevessimo come un bicchier d'acqua in tre giorni che Cristo è risorto, sarebbe un cattivo Lancio: anche gli Apostoli ci hanno messo un po' a capire.
E' un discorso scomodo: siamo abituati a parlare di cimitero: si piange, si piange, ecc..
A volte si è cristiani, ma certi punti non sono affermati: si affermano dei punti che suscitano determinate reazioni (ad esempio Madre Teresa di Calcutta), ma non è quello che è venuto a portarci Cristo: Cristo è venuto a portarci il Terzo Giorno, e per portarcelo ha provato prima Lui.
Cristo non è solo una bella filosofia, è quello che è stato capace di far risorgere l'uomo. Non è venuto a risolvere i problemi della Terra, anzi, da allora la Terra è, sotto un certo punto di vista, peggiorata. Non è che non gli interessi nulla della Terra, ma è venuto per un'altra cosa.
Don Remo
La Fede però è anche un dono di Dio.
Molti sono lì al salto, al passaggio dal livello umano a quello di Dio.
Passare da una Fede proposta dal catechista e dal genitore ad una Fede verificata, necessita sforzo. E' questo il 'salto' di cui si parla.
L'equivoco di dire: "la Fede è un dono di Dio, e non me l'ha fatto", purtroppo circola.
Ma è assurdo, come se Dio facesse figli e figliastri.
E' impensabile che Dio faccia ad uno doni ed ad un altro no.
E invece c'è l'esperienza di tutti i giorni, in cui abbassiamo la cornetta del telefono e non ascoltiamo Dio.
"Timeo Domino transeunte et non redeunte", diceva Sant'Agostino: e se quando non ascoltiamo, poi non ritornasse?
Ma Dio ritorna.
Sabato 10/04/1993 10:06
Santuario di Soviore
Don Sandro, Lancio finale
Ha preso di sorpresa il discorso che il punto centrale di Cristo e la sua opera non è stato i miracoli ma è un punto fondamentale, cioè la resurrezione, per insegnarci a risorgere anche noi il Terzo Giorno.
Gesù poteva guarire tutti i malati, ma ne ha guariti solo un po', così. Ha dato ai suoi discepoli il dono di fare miracoli, ma non per tutti, non per fare ospedali. Ha fatto anche questo, ma non ne ha fatto il suo scopo, altrimenti avrebbe fatto solo questo.
Ha predicato, ma per tre anni scarsi, e non sempre e non a tutti, anzi, a coloro che non volevano sentire rivolgeva il discorso in modo che non capissero.
Quindi non è venuto ad insegnare della filosofia, e poteva impiantare la più bella università (allora c'erano quella di Antiochia e quella di Alessandria, molto buone). Avrebbe potuto impiantare delle schole ove diffondere una filosofia ed un'ideologia con le quali cambiare il mondo. E invece non l'ha fatto, e la sua predicazione non è una filosofia, ma è andare a cercare le ragioni ultime di quanto accade. Non ha insegnato una ideologia, cioè una visione sociale completa della vita.
E' venuto a dirci di essere diversi, di sentirci e di essere diversi dagli altri, perché se facciamo solo le opere buone, come i pagani, non serve a nulla.
E' venuto ad insegnarci a prestare a chi non restituisce, a sorridere a chi ci offende.
Ha detto tante piccole cose.
Ha parlato di un Regno, soprattutto.
Ed ha parlato molto per parabole, così che gli scribi ed i farisei se non avevano il cuore disposto non potevano capire.
Ha fatto molte parabole del Regno, e conferma anche davanti a Pilato la sua regalità, che non è una regalità di questo mondo.
Un Regno per persone disposte a collaborare.
C'è un grande problema qui, il problema della libertà, con Dio che vuole e permette, ad esempio, le torture nella ex Iugoslavia ed altrove.
Dio non ha voluto fabbricare un orologio più perfetto di quelli svizzeri, non ha voluto neanche fabbricare un orologio. Ha voluto darci un intelletto ed una buona volontà perché potessimo amarlo. E non si può amare qualcuno per forza.
L'amore si deve dare liberamente, e quindi bisogna essere liberi perché nasca un Regno di libertà e di amore.
E ci vuole la pace, la pace che cancella Sarajevo, che cancella i bimbi che muoiono col pancino gonfio.
Questa pace dobbiamo volerla noi.
Dio ci ha fatti liberi affinché possiamo amare e donare con amore.
Sarà interessante il lavoro dei confessori di San Vittore, se hanno occasione di contattare i detenuti di 'mani pulite'.
Non c'è nessun uomo che abbia soffocato così tanto la coscienza da non sentire Dio che bussa.
Ma non sfonda la porta, altrimenti non sarebbe più libertà.
E' una questione di amore. Certo l'amore per Sarajevo per adesso non ci riguarda, e speriamo che non ci siano più problemi.
C'è l'amore della persona con la quale non possiamo convivere, che non sopportiamo.
Lì Dio non potrà mai sfondare la porta.
Anche l'antipatia feroce blocca la porta.
E quelle famiglie da fondare su una padronanza di sé, su una fedeltà totale, non solo fedeltà del letto, ma fedeltà del cuore.
In genere le male radici sono nei maschi, e riescono ad intrecciare il cuore femminile e rovinarlo.
E la libertà è essere liberi per poter amare.
Se Dio ci potesse fare liberi per fare del bene, non ci lascerebbe liberi.
Chi è libero di fare solo il bene non è libero, è obbligato a fare il bene.
Un vecchietto disse al Concilio che il Padre Eterno ha le mani morsicate, perché se le morsica da quando ha creato l'uomo libero.
Ma non ci sono solo i chetnick negli uomini liberi, ci sono le suorine sul metrò, di notte, che tornano dai ricoveri del comune, nonostante i pericoli.
Ci sono anche loro, e sono figlie anch'esse di libertà.
E San Francesco, Santa Chiara, San Giovanni Bosco, sono anch'essi figli di libertà.
E chi impedisce a noi di vivere in piena libertà?
Dio in Paradiso ha ben altro che fiori ed uccellini da ascoltare, e ci ha fatto perché ci fosse qualcuno capace di amare, e di conseguenza libero di odiare, a sentimenti, parole e fatti.
Ma Gesù è risorto il Terzo Giorno.
Non è una verità qualunque, tra le altre. E' vero che Gesù è nato da Maria Vergine, che è asceso al cielo, che ci sono i Sacramenti, che nell'Eucarestia c'è il suo corpo, ecc., ma tutto questo c'è e Gesù l'ha fatto perché potesse esserci per noi il Terzo Giorno e noi potessimo viverlo.
Forse parlo con insistenza di questo.
Magari facciamo parte fino in fondo della nostra società, festeggiamo di più a Natale, ed adesso siamo qui combattuti. La Resurrezione è il perno, senza il quale tutto perde di significato. La capacità di credere senza avere assistito e visto queste cose, non c'è ancora.
Dio non fa figli e figliastri, dà gli stessi doni a tutti.
Gesù è nato perché ce lo dicevano papà, mamma, catechista, ora è il tempo di ragionare da soli, e di dare da soli fiducia a certe asserzioni che il Cristianesimo fa. E non ci sono distributori o sportelli dove trovare questa fede, ma dio bussa, arriva, inquieta, sta alla nostra porta, insiste.
In un modo o nell'altro lo fa per tutti.
Per qualcuno può essere accaduto qui.
Qualcuno può avere visto un fulmine, riceve la Fede di colpo.
Ma è stato Dio a lanciare un fulmine, c'era una porta così aperta che è bastato un barlume di verità per fulminare.
Le nostre pareti sono spesse, abbiamo lo stereo troppo alto, non sentiamo Dio che bussa.
A volte con qualcuno cui doveva affidare compiti speciali ha usato la cannonata, ma non possiamo discutere, Dio ha i suoi sistemi.
Se non volete portare l'uovo a casa, nessuno insiste, ma ci può essere anche l'uovo della ricerca, l'uovo da donare. Ciascuno può essere la chioccia della propria fede, per bussare ed aprire quelle porte che hanno preso la ruggine.
In molti fatti c'è gente innamoratissima che ha impiegato anni a dirsi che era innamorata, e persone che non si sopportano ma per anni continuano a sfinirsi, a sfibrarsi. Ma è così, siamo diversi e dobbiamo imparare ad aprirci.
E poi c'è un'altra cosa.
Gli atti raccontano un episodio significativo. San Paolo tentò di raccontare a tutti che Cristo era risorto. Ci si mise di buona lena, subendo persecuzioni, sfidando la società ebraica.
Un giorno girando il mondo arrivò ad Atene, che allora aveva ancora le tradizioni culturali dell'antica Grecia, degli antichi filosofi.
Allora il mondo era diviso in due: chi lavorava e chi scroccava. Scienziati e filosofi campavano sulle spalle degli altri, e passavano il tempo a discutere, e a volte saltavano fuori cose interessanti.
Ad Atene c'era un posto in cui si studiava la filosofia, ed era un luogo chiamato Areopago.
San Paolo decise di andare a parlare lì, perché se fosse riuscito a convertire loro...
E attaccò con un buon discorso. Sapeva scrivere delle belle cose (in realtà dettava), ed è possibile che anche a parlare se la cavasse bene.
Annunciò un Dio che loro non conoscevano. E cominciò, ed arrivò presto al nocciolo, cioè alla Resurrezione.
Una risata generale lo cacciò: "de hoc audemus de iterum", di ciò ne riparleremo un'altra volta.
Spesso la saggezza di questo mondo, come i Nobel, ha da risolvere i problemi di questo mondo, fino alla morte, non oltre.
A La Spezia un Nobel fece un discorso, ed era uno dei pochi scienziati che pensava che se la scienza mostra tante cose così meravigliose, ci deve essere un Dio.
E di solito gli scienziati si bloccano a questo punto, contestano.
Tutto l'ambiente circostante ci rende un po' amorfi, e tendiamo a dire, come Churchill, che se Dio c'è possiamo non preoccuparcene, perché dovremo stare con lui per tutta l'eternità.
Ci può essere chi dice "che Cristo è risorto non ci scommetto nemmeno duecento lire", ma magari c'è dentro un rodi-rodi di sentimenti dei quali non riusciamo a liberarci.
Qualcuno ha tirato fuori il problema della paura della morte.
La morte ha fatto paura a tutti, anche a Gesù.
E guai se non fosse così. Dio la diede all'uomo come castigo, e che castigo è se non fa paura?
Il Cardinale Schuster a Milano, quando morì, in odore di santità in tarda estate, i suoi sacerdoti avevano un po' di timore a dargli l'unzione degli infermi, ed allora attaccò il rito lui, dicendo che la crisi circolatoria gli sarebbe passata, ma lui moriva.
Non si è messo a cantare, come non cantava Gesù, Gesù che è morto urlando e citando salmi di dolore.
Gesù ha avuto paura, tanta paura, e probabilmente ha avuto un infarto di paura. Non ha detto "finalmente vengo a te, Padre".
E il pensiero della morte deve fare paura, ma dietro questa paura ci deve essere la speranza della Resurrezione, tant'è che Gesù ha messo il suo Spirito nelle mani del Padre: ha paura ma non si ribella.
Gesù è venuto ad inventare il Terzo Giorno.
Cosa impedisce ad un medico di intervenire per finire in tre minuti il dolore di un malato terminale? Il campanaro, cui uccisero in un rapimento il figlio di vent'anni, visse un grande dramma con la sua famiglia, ma questo divenne una sorgente di fede incrollabile.
Sua mamma vecchia, dopo una crisi di malattia, lì lì che stava morendo, e anziché chiamare l'ambulanza chiamò un prete, che la assistette negli ultimi momenti.
E questo campanaro diceva che non ha paura: se arriva un castigo e sopravvive, bene, altrimenti raggiungerà il figlio e sarà eternamente felice con lui.
È Gesù che ha voluto che si aprissero le comunità per i drogati, che ci fosse Madre Teresa di Calcutta.
Vuole tutte queste cose, le vuole anche da noi.
Il Signore vuole tutte queste cose, ma vuole anche di più, vuole un mondo che avremo il giorno della Resurrezione.
La Resurrezione è il nocciolo, e quando si è arrivati al nocciolo tutto si risolve. Ed è chiaro che per arrivare al nocciolo bisogna credere.
E' come la laurea, la laurea della fede.
Senza laurea l'università non vale nulla, e bisogna arrivarci.
Sabato 10/04/1993 11:20
Intorno a Soviore
Capitolo di unità
- Il discorso "se non è vera la Resurrezione allora siamo i più disgraziati di tutti", non è vero, perché vivere così è lo stesso bello (anche se vivere così e sentirsi meglio è una prova che dio esiste). I modi di vita del vangelo sono umani e concorrono alla nostra meta.
- Non sono d'accorso, è un salto che si fa.
- Non sempre comportarsi da Cristiani ci fa sentire bene, bisogna combattere contro l'egoismo, bisogna impuntarsi.
- È un carico, ma è fatto di gioia.
- Può rovesciare il discorso: viene da Dio e quindi ti porta gioia.
- Va messo in risalto il processo deduttivo.
- Ma qua bisogna prepararsi al secondo ed al terzo giorno.
- La Resurrezione è importante nelle condizioni esterne: un laico può farlo.
- Ma il lancio era: uno che ha la fede e crede nel Vangelo sa che Cristo è risorto, e quindi non ha bisogno di porsi il problema del fatto ' se non sussistesse…'.
- Non è da sottovalutare l'importanza fondamentale di un Cristiano che è vivere nella Chiesa. Sei Cristiano, quindi hai la speranza della Resurrezione, quindi devi confrontarti con i tuoi fratelli. Non è solo il nostro punto di vista individuale, dobbiamo accettare oltre a Cristo anche i fratelli, altrimenti uno sceglie di non credere, ma applica ugualmente i principi, ma non è Cristiano. Il Cristiano oltre a credere nella Resurrezione vive nella Chiesa, fa parte di un corpo che cammina verso la Resurrezione, deve farne parte: non è più un fatto individuale.
- Più che la Resurrezione si ha confusione sul discorso castigo-premio: ci dobbiamo comportare bene perché ci comportiamo bene e poi se c'è, c'è il premio. C'è confusione. Se il Dio è misericordioso, d'accordo, probabilmente sono vere entrambe. E quindi magari alla fine si salvano tutti.
- Ma che dici? Il dono della fede è anche un onere.
- Va be', una volta si batteva molto sul peccato, adesso sul fatto che Dio è Padre misericordioso, guarda se vuoi salvarti.
- C'è casino. C'è anche chi dice che l'inferno c'è ma è vuoto (Von Waltender). Ci sono voci, ma c'è anche la dottrina della Chiesa. C'è un giro molto falso ecumenismo, ma in realtà è un minestrone. Il vero ecumenismo è dire: sono tutti credenti in Dio. Se uno è vissuto da buon Musulmano, dio misericordioso lo accoglierà in Paradiso, ma con tutto ciò la vera fede è la nostra, non la loro.
- Ma se uno si salva comunque, che senso ha la missionarietà?
- Innanzitutto Cristo ce l'ha detto, secondo luogo Dio si è fatto uomo in mezzo a noi, per essere esempio di uomo.
- È un dono formidabile, enorme. Si cerca di condividere qualcosa che abbiamo.
- La vita eterna è importante. Se tu nella tua libertà hai scelto di fare il male, quella sarà la tua condizione nella vita eterna. La Resurrezione non è altro che un miglioramento.
- Vedere la morte come castigo è una cosa che {mi} lascia molto perplesso.
- Ho sentito spesso discorsi molto idilliaci sulla nostra condizione umana (si sta bene, la morte non è un castigo). Forse non è proprio così. La morte è un castigo perché è un limite, l'impossibilità di continuare quanto facciamo. È il limite più grande che abbiamo. Vivere secondo il Vangelo non è vero che rende felici. Molti scelgono di farlo facendo solitudine e deserto in cima ad una montagna. Il mondo è governato da leggi che richiamano l'egoismo, e quindi cerchiamo di avere il massimo beneficio dal mondo che ci circonda, ed allora sorge il problema delle leggi. Dunque il casino che si sente grosso, lo si sente grosso se nell'ottica di morire. Morire nella sofferenza e non nella speranza è tipico dell'ateo che non teme il senso ultimo della vita. Noi invece abbiamo la risposta.
- Attenti a dire che la morte è un castigo. In realtà, leggendo la Genesi, visto che l'uomo non ha avuto fiducia in dio quando era in Paradiso, allora Dio gli ha posto una 'prova d'appello'. Dio gli ha dato la possibilità di passare attraverso una prova difficile per poter ri-accedere al Paradiso. È quindi una prova di fiducia che Dio dà ancora all'uomo, ed è un momento difficile non perché è la fine di tutto, è la fine di un cammino. Quella fine non è la vera fine, ma è solo un transito, e se non ce ne ricordiamo, soffriamo, e non diamo il vero valore della morte. Nelle culture africane ci sono simboli tangibili del significato vero della morte: quando dall'adolescenza alla crescita c'è una cerimonia che simboleggia morte e rinascita (morte del ragazzo, nascita dell'adulto). La vita terrena è solo un aspetto della vita, è solo una parte. Quindi morendo chiudiamo i capitoli; sono momenti diversi. Ho paura della morte se non riesco a finire di prepararmi al passaggio.
- S. Paolo: "Vivere è certo, morire è un guadagno".
- La rassegnazione non è l'accettazione: Cristo non si è rassegnato alla morte, l'ha accettata.
- Sono uscite poche cose concrete. Non sembra essere uscito un punto fisso su cui lavoriamo.
- Abbiamo parlato molto dei fini, ma poco dei mezzi.
- È raro che saltino fuori dei mezzi. Troppo eterogenei.
- Mezzi: il fatto di essere Scout, l'Università, eccetera. Il tutto con un mezzo rigoroso che è il Vangelo. Anche la famiglia.
Sabato 10/04/1993 14:00
Santuario di Soviore
Capitolone
- Non ho accettato molto le lodi mattutine. Penso sia meglio una preghiera intensa e corta che una lunga.
- Campo importante per il livello spirituale. Avrei voluto parlare di più del gesto degli scout di ieri mandati via dal Capo Campo perché non volevano rispettare le regole del campo. Ritengo i pantaloni corti di divisa più simili alla divisa per le Scolte che non una salvietta oppure una sottana.
- Il capitolo non è aperto ad eventi riguardanti giorni precedenti. Però ognuno è responsabile per le proprie scelte. Vedere un'esperienza così mi ha portato dolore.Voi ragazzi siete responsabili delle vostre scelte, non di quelle dei capi, quindi potete avere il rispetto della responsabilità. Se i ragazzi sbagliano, la colpa è principalmente nostra. sono arrivato senza domande ben precise, ma ho trovato una risposta inaspettata.
- Ho trovato grande soddisfazione a livello scautistico e spirituale. Per credere che Gesù è risorto ci vuole una fede ancora più grande.
- All'inizio mi sembrava troppo rigoroso, ma è stato grazie a questo che mi sono avvicinato di più a Dio. Mi ha aiutato la lunga marcia. Ricordando i momenti di sonno, di dura preghiera, ecc., ci accorgiamo che sono stati veramente utili.
- Mi piacerebbe dire che le route è stata importante per il mio livello spirituale. Purtroppo non tutti i momenti mi sono serviti.
- Mi piacciono gli esempi concreti pratici, le parabole, che partono da poco e poi arrivano a momenti grandi. Come capo sono responsabile delle uova.
- Tante volte si danno per scontate molte cose. Ad esempio la Resurrezione. Non credevo che gli Scout fossero così legati alla religione, quindi questa esperienza è stata molto significativa.
- Quello che porto via da questo Soviore è una cosa: rigore. Soviore è sempre unico nell'accezione da tempo. Quello che bisogna fare è sempre un salto. Quello che ci deve far pensare è l'individuare qual è il salto che dobbiamo fare. Altrimenti uno salta senza prendere la distanza e finisce nel fosso. Bisogna rischiare tutto ogni volta, ed è una cosa grandissima. Per tutto questo è necessaria la coscienza. Avrei avuto bisogno di riposo, e questo Soviore è stato stancante.
- Molto importante perché è il primo momento in cui, pur essendo durante la Quaresima non pensavo molto alla sofferenza di Cristo. Io credevo già nella Resurrezione, ma ultimamente non ci pensavo più molto. Tante volte non sono disposta a seguire la traccia che c'è su di me.
- Problema era la fede. Torno a casa con la certezza di aver ribaltato il senso della mia vita, della mia esistenza.
- Guy De La Rigaudie vedeva il creato come un riflesso del Paradiso.
- C'è ogni volta la sensazione di tornare a casa, incidenti brutti ne ho fatti ma non è ancora il mio momento. Sono stato una persona molto tormentata, ma è inutile continuare a tormentarsi.
- Nonostante abbia lo stereo a palla, Dio sfonda la mia porta. Pensavo di venire fin qui per divertirmi ed invece è il Signore che mi ha voluto qui per sfondarmi la porta. E mi stupisco di come ogni volta il linguaggio sia nuovo. Ma c'è un buchino, in cui il demonio appare e mi lusinga, e mi dice che son bravo, ed allora mi allontano da Dio. E vedo che il Signore è innamorato di me, come se fossi una bella donna, e si fa infimo per me, che vado a braccetto col demonio a fare le mie scemenze. E a Soviore io dico: sono le solite cose (ed è il demonio), ma il Signore riesce a stupirmi, ed io dico: sei più bravo tu, Signore. Per il messaggio di Cristo sono esigentissimo: Don Sandro ci chiede fiducia? Datemi il risultato, altrimenti è il diavolo che me li dà, subito anche se effimeri. Ed invece non è così: seguire il Signore mi dà una serenità ed una pace introvabile.
- I merli alla stazione, i fiori per strada, le nuvole sul sentiero, i pini che luccicavano, gli ulivi carichi, un uovo in un cestino colmo
- Mi hanno detto che il Capitan della Compagnia è ferito e sta per morir. Di fronte a questa prospettiva ho dovuto pensare se avevo o meno paura, e sì, avevo paura di non essere pronto. Essere pronti è un progetto per tutta la vita, e vale anche e soprattutto per la morte. E non sono ancora pronto anche perché sento ancora solo debolmente la centralità della Resurrezione. Cercherò di camminare verso questo, e per quanto riguarda i miei alpini, preferirei aspettare ancora un po', se me lo consentono, a morire, per continuare a lavorare assieme a loro. Per quanto riguarda me, forse si aspettavano un Capitano diverso, ma purtroppo sono quello che sono e cerco di condurre i muli anch'io con la mia Compagnia. Così poi non reclamano il secondo pezzo…
- Certo di avere molti dubbi.
- Tutti i miei amici e le mie amiche hanno mancanza di fede che fa paura.
Carlino
Io sono la batteria, e vengo a Soviore a caricarmi.
Registro tutto quello che sento e lo riporto a casa.
A lasciare le cose senza usarle, si scaricano lo stesso, ma a continuare sono sicuro che Soviore vive sempre e vivrà.
- Al posto di un'isola mi piacerebbe vedere Soviore come uno scalo, dove poter caricare e scaricare. Mi sento fortunato ad essere nato. Un brano diceva: "lo Spirito prega per te", ed è una cosa bellissima.
Don Sandro
Dio dà ai primi cristiani anche una minaccia. La vita deve essere una cosa temporanea, che si conclude con l'ascesa al cielo. Non deve essere una vita eterna qua.
È stato stabilito che gli uomini muoiano una volta per tutte.
Le pene combinate fanno notizia, e la fanno di più che vedere quelli di tangentopoli.
Qualcuno ha citato Guy De La Rigaudie, che ha scritto cose ispirate, vicino alla morte.
Un proverbio genovese dice: "tu non hai paura di morire, ma se il tempo fosse una gallina, tu diresti: sciò, sciò!".
Apprezzo immensamente San Benedetto; questi, giorni dopo la morte di sua sorella gemella Scolastica, fece aprire il suo sepolcro, si mise lì a pregare e morì tra le parole della preghiera.
Ha vissuto con dignità la sua paura della morte.
Siamo in tempi nei quali neanche i santi riescono a scrivere, a dare la chiave interpretativa finale.
A qualcuno che è stato un diavolo dà di morire una morte da Papa, a qualcuno che è stato un santo dà da morire una morte tra atroci dolori.
Quando la morte avviene da giovani, si fa della poesia sulla morte, ma quando si è più vecchi e le carte del mazzo che erano quaranta, cominciano ad essere di meno, allora si spera che non arrivi più.
Non avrebbe dovuto esserci la morte, ma subito il Terzo Giorno, l'Ascensione. Ma Gesù è venuto per viverli tutti e tre, e poi, dopo 40 giorni , l'Ascensione, anima e corpo completamente in un'altra dimensione.
Per pregare bisogna usare preghiere con significato e contenuto.
Ed ancor meglio se le ha scritte il Signore.
Ecco perché i Salmi si usano, così che uno alla fine, a forza di dirne le parole, le pensi.
E sono parole ispirate dal Signore.
Gesù fece come era stato detto dal profeta, il quale disse ciò che Gesù avrebbe detto non da copione, ma perché lo sentiva.
Gesù quando ha detto "Dio mio, Dio mio perché..." ha usato la preghiera di un Salmo, perché Lui i Salmi li pregava con continuità.
Riguardo la Route. Anch'io soffro quando siamo così pochi.
C'è il problema di propagandare. anche se in questo modo ci può essere una calata di interesse.
Ormai i Gruppi non hanno quasi più A.E., e quindi si sono disabituati a fare Campi di Pasqua, ed invece fanno Campi a Pasqua, usando magari qualche liturgia e tema magari non religioso perché il Capo non se la sente.
(Con i costi che ci sono, non manderemo più il foglietto, scriveremo tutto su Esperienze e Progetti, quindi abbonatevi e divulgate!)
Il tema di quest'anno era un tema duro.
Quando vi verranno messi dubbi sulla Resurrezione, fossero messi anche da un prete o da un Angelo, statene alla larga, San Giovanni direbbe: "non ditegli nemmeno buongiorno", perché viene a distruggervi tutto.
Tutto per noi e per il povero mondo.
E l'uomo rimanga in vista come un cero pasquale, a ricordarsi il grande evento.
Davide, Capo Campo
Siamo arrivati non troppo caricati, perché la testa era via coi pensieri.
Volendo fare un bilancio, parto da Soviore contento e sollevato dal fatto di sapere che tanto comunque alla fine Cristo è risorto.
Se questo non fosse vero, tutto è vano, ma rischia di essere tutto vano anche perché è vero, dato che paragonata a questa realtà tutto è vano.
Allora bisogna bilanciarsi bene.
È con spirito di servizio che ho accettato di fare il Capo Campo. Pensavo di avere meno problemi perché ho fatto molte Route di Soviore e non c'erano tutti questi casini.
Non so se alla fine a quei ragazzi abbia giovato andarsene, e comunque alla fine bisogna fare i conti con l'articolo della legge che dice che lo Scout è leale, ed ho deciso di essere leale verso chi mi ha chiesto di fare il Capo Campo, e verso un modo di tenere lo scoutismo che condivido e comunque urge al campo.
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