Tema
"Celebriamo la Festa con azzimi di sincerità e di verità".
Brani
Vangelo di S. Giovanni capitolo 6
Mercoledì 11/04/1990 23:50
Santuario di Montenero
Don Sandro, Lancio
Giovedì 12/04/1990 15:10
Sentiero basso
Capitolo di unità
- Cercare di fare maturare in ogni altro la amicizia, la sincerità, buttare via gli elementi cattivi e tenere quelli positivi.
- Fermento, anche in noi c'è il fermento buono che è cresciuto e continua a crescere secondo quello che vogliamo noi. Sta a noi riuscire a sottomettere il fermento cattivo.
- Sarebbe meglio curare di più la mia parte, perché così diminuisco il lievito.
- Potrebbero crescere anche i lati negativi assieme a quelli positivi. Possiamo però cercare di far lievitare le cose migliori in noi e diminuire le peggiori: fare del nostro meglio.
- Fare raffronti con la natura: un rovo all'inizio è un seme, e poi si sviluppa e diventa grande e soffoca le altre piante: guarda.
- Ieri messe in risalto le cose negative: uno si rende conto di quanto di cattivo c'è in se, ma può anche demoralizzarsi.
Venerdì 13/04/1990
Sagrato di Soviore
Don Sandro, lancio
Una volta nelle Sacre Scritture il lievito è usato come elemento buono per la massaia ed è simbolo del Regno di Dio.
Ci sono dunque due prospettive di vedere questa metafora del lievito.
Quest'ultima non è confrontabile con quella che trattiamo noi, la quale affronta l'aspetto delle cose in un'altra maniera.
La parola di Gesù è un lievito che salva il mondo, ma solo quella.
Non si può arrivare ad un compromesso fra lievito buono e cattivo, fra Parola di Dio e bastone di Caino.
Pensiamo agli azzimi della Pasqua.
Di fronte a questo vecchio fermento ci possono essere atteggiamenti subdoli e fuorvianti.
Sono pochi (San Francesco, Madre Teresa, Pier Giorgio Frassati, ...) che si salvano dalla metafora.
San Francesco ha vissuto i primi 22 anni del bel lievito delle miglior paste, e ne ha trascorso altri 22 a raschiar via lievito, fino a ridursi ad un impasto denudato da tutto quanto.
Aveva tanto fermento vecchio che sarebbe diventato qualcosa che finisce poi al diavolo, ed allora è diventato un suicida di penitenza.
Il fermento può essere quella cosa che rende instabile.
Non è facile cuocere il pane azzimo.
Il lievito o c'è o non c'è, non si tratta di quantità.
Gesù, San Francesco hanno rinunciato al lievito.
Potevano averne un "cincinino", poi giungere a compromessi, ma il lievito c'è o non c'è.
Vogliamo raschiare tutto il lievito o ce ne teniamo un po' per il buon senso?
Lievito ovunque.
A furia di mettere cose in più nello zaino, abbiamo che il lievito fa effetto e da poche cose semplici nasce il caos.
Però il pane azzimo non sa di nulla, e le parole di San Francesco o Madre Teresa rischiano di non dire nulla ai nostri palati che vogliono sentire qualcosa in bocca.
Pane azzimo e erbe amare sono qualcosa di significativo.
Giuliano, Capo Campo
Ritorno dall'Hike per le 16:30
Venerdì 13/04/1990 12:00
Capitolo durante l'Hike
- Gesù portato con le fiaccole come Gesù che viene portato in tribunale.
- Oppure nell'orto degli ulivi dagli Apostoli.
- Bello l'esame di coscienza della Legge.
- Dopo la lavanda dei piedi i capi hanno potuto poi dare la Comunione e poi è stato bello il modo in cui è venuto l'invito ad andare alla chiesetta.
- L'Eucarestia non è il punto debole.
- Strano che chi non vuole fare la Comunione deve uscire.
- Se uno non si sente di partecipare tanto vale che scelga.
- Lievito da togliere tutto perché sennò non si è giusti. Gli esempi stavolta erano ok.
- O c'è o non c'è lievito: bella frase.
- Uno non deve scendere a compromessi. Don Sandro chiacchierone.
- È vero che molti ex Scout pensano ancora di essere Scout ma poi nell'attività si comportano diversamente.
- Se siamo diversi noi, a 16 anni, immagina nel crescere: è difficile restare buone persone (ossia che seguono la Legge).
- Se uno ha un ideale deve continuare, altrimenti si inserisce quel pizzico di lievito.
- Dipende anche da che ideale è.
- Se tu possiedi un ideale.
- È sicuramente più comodo un pò di lievito.
- La stessa proposta dal Clan è quella di raschiare tutto.
- Come si fa a sapere quando si è raschiato tutto?
- Ti aiuteranno gli amici, il capo, e tu stesso.
- È più difficile raschiare ai giorni nostri. Ai giorni di S. Francesco non c'era tutto quanto c'era oggi: è più difficile mollare la TV. Il lievito continua a lievitare.
- Allora erano più poveri e non avevano il progresso.
- Progresso. Progresso per chi? È stato definito una cosa stupida.
- Uno fa fatica a ritirarsi.
- Stando da soli (eremitaggio) non ci si rende utili che a se stessi. Piuttosto missionario.
- Eremita oggi è quasi impensabile. Per rendersi utili abbandonando tutti ci sono moltissime difficoltà.
- Ci deve essere una base: tu puoi pregare tutto il giorno ma poi come mangi? Prima devo essere a posto, poi posso aiutare gli altri.
- Missionario inteso in senso generale, come colui che fa servizio.
- Se uno è disposto, ora c'è occasione di fare servizio.
- Gesù pensava agli altri come a se stesso: se non si pensa anche a sé non possiamo pensare agli altri.
Venerdì 13/04/1990 12:00
Durante il Deserto
Quaderno di Bordo
Anche io sono rimasto impressionato, e molto, da quanto è accaduto fino ad adesso.
Mercoledì sono passato in 500 con Elisabetta a prendere Tommy, e siamo andati in stazione, dove ho immediatamente confiscato a Marco un paio di occhiali - è meglio che glieli ritorni. Abbiamo incontrato Clan e Novizi del Primo, che secondo me stanno facendo sudare molto i loro Capi. Il Noviziato è comunque più spontaneo. Preso il treno, fatti cadere gli zaini in testa alle persone (Tom), siamo arrivati alle 15,46 a Milano Centrale e lì ci siamo piazzati su un diretto per Genova, dove c'era il Clan del Metanopoli.
Il panorama dopo Rogoredo è qualcosa di fiabesco: risaie o ché, sono campi verdi con un certo strato d'acqua, confinati da fossi coll'argine rialzato. In un campo senza virgulti un trattore stava arando, stando nell'acqua, e lasciava una splendida scia. Il tutto mi è piaciuto molto.
A Genova PP c'era un'ora e mezza di attesa. Il Clan di Orzinuovi non era salito come previsto sul diretto, anche perché non fermava a Chiari né a Rovato, e noi siamo andati a fare una passeggiata, subito troncata dai pigroni del Metanopoli, e così non siamo andati al porto ma siamo tornati alla piazzetta della Stazione, dedicata a Cristoforo Colombo, dove fra cacche e checche ci siamo abbuffati di panini. Abbiamo visto anche due travestiti dai lunghi capelli biondi e minigonna, mentre un tipo cercava di 'arpionarli'. Poi siamo tornati al binario, ed abbiamo trovato lì quelli di Orzinuovi, che avevano preso il treno dopo.
Arrivato il locale per La Spezia, ci siamo infilati negli antichissimi vagoni, e dopo un viaggio un po' sonnacchioso siamo giunti a Riomaggiore per le ore 22:50. Ci siamo subito inerpicati per il sentiero che portava al Santuario di Montenero, dove siamo giunti alle 23:40. Nella notte luminosa per le mille stelle, splendeva da dietro una chiesetta di pietre un vivido fuoco, che accentuava le ombre delle tendine già piantate.
Mi aspettavo qualche discorso stressante ed invece c'erano delle danze, proposte dai Noviziati e Clan man mano che arrivavano, ed è stata una cosa molto bella.
Poi si è presentato Giuliano, Capo Campo, e quindi Don Sandro, che ha cominciato e continuato a parlare per un bel po' di tempo, mentre un vento gelido mi faceva pentire di non essermi portato con me la giacca a vento.
Il discorso puntava sul tema del Campo, che riguardava il lievito inteso come elemento caotico, che porta poco a poco ad evidenziare le cose cattive, a partire dal bastone di Caino ed arrivando all'arma del futuro.
Verso le 01:30 ha mandato a letto i ragazzi, ed ha fermato i Capi, dicendoci alcune cose relative al Campo.
Ho dormito (come un sasso) in tenda con Alberto e Federico, e non ho avuto freddo.
L'immagine più bella della serata è la luna piena che rendeva argentea una buona fetta di mare.
Giovedì la sveglia è stata alle 7, ed abbiamo fatto colazione con uno splendido sole. Ci sono state le divisioni in Clan e Noviziati di formazione, e con me sono finiti Alberto e Federico, Paolo (Gibertini, "Gibe") e Filippo di Milano 23 e Dario e Nicola degli Scout d'Europa, di Treviso.
Sono tutti ok, molto obbedienti.
Abbiamo scelto il percorso basso, che passava per tutte le Cinque Terre.
Non è stato faticoso, ma la lunga serie di gradini azzoppava, ed ora infatti ho i polpacci legnosi.
Bisogna tornare con calma in questi posti, perché ne vale la pena.
Arrivati a Soviore c'erano già quasi tutti, dato che noi avevamo allungato di circa un'ora il sentiero scendendo a Monterosso, ma eravamo ugualmente in orario. Dopo avere piantato le tende ci siamo fatti un goccio di infuso di Menta e Mela, quindi ci sono state le prove di canto. Mi sono divertito, e la canzone più bella è quella che dice "Signor (Cristo) abbi pietà di noi" (4 vv. x 3). Tutto sommato Don Sandro visto come insegnante di canto non sembra quel cerbero che dicono sia Mauro e Marco. Dopo i canti, cena. Era tanto che non cucinavo da solo, ma la minestra di riso (in busta) è venuta bene. Poi c'è stata la S. Messa, qualche cosa di particolare. Servivamo in sette persone, ed io e Mauro facevamo i candelabri all'inizio. Avevamo tutti una cintura con delle galline (ok, pavoni) pasquali. Poi, durante la Messa abbiamo fatto varie cose, tipo reggere il microfono e qualche altro particolare. C'è stata la lavanda dei piedi che ci ha coinvolti tutti. Dopo una bella predica di Don Sandro (celebrava Don Remo), i Sacerdoti hanno lavato i piedi a noi Capi, e noi ai ragazzi. Alla fine noi tutti "chierichetti" abbiamo distribuito, dopo la benedizione di Don Remo, la Comunione. Quindi abbiamo fatto una fiaccolata ed abbiamo portato le Particole avanzate in una cappelletta sotto il Santuario. Quindi riunione Capi fino all'1:30 e nanna.
Dei concetti durante la giornata, vedremo poi che accadrà.
Venerdì 13/04/1990 12:00
Dopo il Deserto
- Si può andare avanti per un po' senza lievito? Ci sono vantaggi?
- In molte delle cose importanti scritte nel Vangelo si parla sempre di monti, forse perché si pensa di essere più vicini a Dio.
- Osservando la natura mi sono chiesto se a causa del fermento che c'è in noi ci meritiamo quello che abbiamo attorno.
Sabato 14/04/1990 10:08
Scalinate di Soviore
Lancio di Don Sandro
Compromesso è cosa buona e doverosa quando è la capacità di conciliare cose diverse in modo da non ledere nessuno.
Esiste anche il compromesso politico, come ricerca di venire incontro a tutti nella stessa misura (questo in teoria).
Il compromesso cattivo è quando rispetto una condizione determinata dalla nostra coscienza anziché scegliere in coerenza alla scelta unica buona, si fa un po' di bene e un po' di male: si arriva ad un compromesso non fra diverse cose fra di loro indifferenti, ma fra bene e male. In questo caso siamo moralmente condannati.
Per i lieviti che ci portiamo dietro e conserviamo di generazione in generazione, essi vengono usati per una forma di compromesso fra il nostro bene ideale, le convinzioni di cosa dovrebbe essere meglio e invece le condizioni economiche o politiche che vogliamo raggiungere a tutti i costi.
L'azzimo è quel pane di farina ed acqua, null'altro.
Il sale della terra del Vangelo siamo noi.
Se prendiamo il sale del mondo e lo mettiamo nel pane, noi non siamo il sale del mondo, ma solo intermediari.
Se, come si vuole, il Papa usasse il sale del mondo, allora noi non saremmo il sale del mondo, ma saremmo il mondo.
Il nostro deve essere un sale diverso, che magari non ha sapore, che magari non piace al mondo, ma se noi continuiamo a mangiare senza sale ci accorgiamo dei sapori che prima non sentivamo.
Il pane azzimo ha il sapore degli intingoli che vanno mangiati con lui, in particolare dell'agnello.
Se il Papa allargasse la sua conoscenza non con dei principi presi nel mondo ma dalle pure parole del Vangelo, il pane che diamo vivo è inzuppato in un brodino che a prima vista può non piacere, anzi, in un certo momento non è piaciuto neppure a Gesù, ma dobbiamo saper accettare quello che il convento del buon Dio passa, il cui menù a tempi lunghi diventa il migliore.
San Francesco ha dovuto buttare giù bocconi amari, ma poi è arrivato a ritenersi fortunato di tutto e a lodare la morte.
Pier Giorgio Frassati ha rinunciato all'amore per la natura ed è morto.
Gli azzimi sono l'eliminazione di tutto il vecchio fermento. Ancora oggi gli Ebrei in questi giorni buttano via fisicamente il lievito, poi ricominciano a farlo, a partire dall'enzima dell'intestino di un certo animale.
Il Medioevo era colmo di eserciti di uomini e donne che si misero a far fuori il lievito a furia di rinunce, ma vi furono Cristiani che si impegnarono nel sociale e fecero fuori tanti lieviti da diventare santi.
È facile qui a Soviore mettere da parte il lievito, ma a casa dobbiamo metterci in contatto con la vita di tutti i giorni. Il rischio da correre è quello di un apparente totale fallimento, che è quello di Gesù.
Costruire il nostro azzimo significa non solo togliere il lievito, ma vedere poi cosa rimane: la nostra pasta dovrebbe essere una pasta trasparente.
La pasta deve essere senza lievito perché siamo Cristiani, e deve essere trasparente perché siamo Scout, come se fosse il nostro slogan.
Anche nei commissariati di zona e centrali c'è poca sincerità e trasparenza.
E se questo avviene in noi, cosa possiamo dire di quello che avviene nei partiti?
Ci deve essere trasparenza anche nell'amministrare il nostro peculio.
Azzimi di verità.
Verità tra le altre accezioni ha il significato di fedeltà.
Ci vuole fedeltà nell'operazione trasparenza, e nell'operazione limpidezza.
Il tutto è difficile, soprattutto se siamo a casa.
Il Dio della verità e deve passare per questa strada, non è certo nel mio programma, e noi che lo seguiamo avremo le stesse difficoltà.
Il nostro problema non sarà quello di stereo, casa, moto, è che questo non sia l'affare della nostra vita: questo diventa lievito quando assumono troppa importanza, diventano la nostra maggiore preoccupazione, quello che più ci preme, motivo dei nostri giorni e delle nostre notti.
L'importante è andare in qualsiasi luogo azzimi, e non per cercare il lievito.
Gli ebrei arrivarono dopo 40 anni perché non si fidarono, ma comunque Dio li fece arrivare.
La promessa è valida, lo sbocco è aperto.
Sabato 14/04/1990
Capitolo di unità
- Pericolo di essere isolati qua: tra di noi è la vita che si fa. Difficoltà nella società.
- Non voglio prendere le pedate.
- Si diventa isolati e gli altri ti scartano.
- Ed in ogni caso è difficile cambiare.
- Se uno vuole può cambiare le abitudini. Questi argomenti in parte sono validi solo se c'è l'ambiente conciliante. Qua possiamo dire tutto, a casa poi...
- Qua ci sono meno scogli, meno difficoltà.
- Sono entrato nello spirito della Pasqua.
- Le novizie sono lievito.
Sabato 14/04/1990 14:20
Capitolone
14:20 Introduzione di Don Sandro.
14:30 Giuliano si scusa per i calzoni.
- Quest'anno ho avuto bisogno di Soviore perché sono andato un po' in crisi. Soviore sono questi giorni in cui non esiste il mondo, e si può parlare con tranquillità.
- Colpito dal lievito che c'è o non c'è.
- Non ero molto motivato a venire all'inizio. Mi sono accorto della crisi che stavo passando, della mia aggressività, della divisione della società in chi mi va bene e nei "mongoli". Per cercare la soluzione ho pensato, come mi hanno detto i Preti, che mancava il rapporto con Dio. Uno di questi motivi è non accettare di poter essere inferiore a quello che si aspettano da me. Questo è stato difficile perché mi tengo molto da conto. Non ho risolto il problema, sono sempre alla ricerca di un rapporto, ma ora so che Dio vuole che io trovi questa sintonia. Ora so che il mio Dio non sono io ma è Dio. Dunque Soviore è una traccia, e anche questa volta so che mollerò ma sarò più vicino alla meta. Non mi lascio mai buttare completamente in quello che faccio, sono per il compromesso. Il cincischino di lievito è parte ineliminabile di ciascuno di noi, ma però possiamo tendere ad eliminarlo, e questo impegnandosi nel fare, vedendo il bene e il male che ci hanno portato là. Sono chiuso, e devo ricominciare da capo, per scuotermi di dosso la situazione di amorfismo che c'era in me.
- Cercare di vedere qualcosa di bello e di giusto.
- All'inizio pensavo poco interessante l'argomento proposto, ma mi sono reso conto che era solo un pretesto per giungere alle conclusioni di Don Sandro, e sono rimasto così invischiato nell'argomento.
- Bambino che sposta il vaso ma non ci riesce. Arriva il papà e gli chiede: che fai? Ed egli: vorrei spingerlo ma non ci riesco, ho messo tutte le mie forze ma... Ed il padre: non hai usato tutte le tue forze, non mi hai chiesto aiuto!
- Soviore è un'esperienza che mette alla prova molti aspetti. Come uomo alla ricerca, va difficilmente giù che Cristo sia finito sulla Croce, morte ignominiosa. Problema interno. Adesso sono convinto che Dio c'è davvero e mi vuole bene.
- Saluti dal Vescovo di Lugano. Route del silenzio e della discussione in comunità.
- Il mondo ci insegna ad inseguire cose che non hanno valore. Abbiamo però la preghiera.
- Colpita dalla parola azzima sotto certi punti di vista. Non avevo mai pensato a Gesù come azzimo che muore per perdere tutto ciò che ha e poi risorge.
- All'inizio pensavo fosse una Route normale, poi è arrivato il librettino, che è stato una mazzata. Ora sono felice di essere venuto, anche se mercoledì sera non ero felice. Mi sono reso conto di quanto sia difficile rendersi conto di sbagliare, tornare indietro e chiedere scusa. Il compromesso è appunto non dire niente di più e stare nella media. La preghiera è più bella di quelle fatte fin'ora, ti "prende" e la senti: abbiamo il tempo di andare a fondo, pensare a quello che si dice e ripensare a quello che si è detto. (Andare più a fondo)
- L'argomento di questa Route mi aiuta a tracciare un solco.
- Mi ha fatto bene. Colpito dalla frase: "tutti dobbiamo prima o poi sopportare una croce".
- Nel Soviore scorso si era parlato di saltare il fosso. Il modo migliore per farlo era togliere i vincoli che ci bloccavano.
- Venuto per fare un'esperienza diretta, che non pensavo fosse così intensa. Bello che la Comunione venisse da dei nostri fratelli.
- È molto importante verificare una attività che facciamo, e Soviore serve per verificarmi. Ci si trova di fronte ad una scelta di vita abbastanza impegnativa, e non si sa cosa fare.
- Mi hanno convinto a parlare. Stare attenta al gesto che si compie. Trovata molto bene.
- Cristo vuole i nostri lieviti, e vuole la coscienza del bene e del male, e una volta che ci prende, ci frega, e ci frega per la vita. Speranza, non di soldi ma d'amore. Se da una parte mi sento un fregato da Dio, dall'altra sono felicissimo di esserlo, ed il mio dovere è quello di giocare fino in fondo. Siamo dello stesso sangue tu ed io: è vero, quello di Gesù Cristo.
- All'inizio non volevo venire. Avevo poca voglia di stare in Chiesa, credere o no a Dio. Difficile trovare i punti più nascosti di noi stessi. Grazie al Noviziato di formazione, un po' di lievito se n'è andato.
- Sono pochi i propositi dell'anno scorso che ho portato fino in fondo, anche quest'anno ne ho però di nuovi. Quest'anno sono riuscito a fare un passo avanti, capendo che Dio è qualcosa di positivo, in cui credere.
- Tutte le persone che seguono una carriera devono perseguire la loro strada in modo pulito, senza calpestare gli altri. È meglio che ci siano delle persone che hanno certi principi, in modo che si possano fare.
- Il fatto che non si possano usare le chitarre non mi è piaciuto. Pensavo di annoiarmi o addormentarmi, invece nel momento del silenzio posso sviluppare molte cose. Invece se fossi rimasto a casa, nella mia Parrocchia non avrei fatto nulla. A casa non avrei digiunato o che. Sono contento perché porterò a casa le impressioni che ho avuto. Forse l'anno prossimo sarò tentato di venire, portando qualcun altro.
- Sono venuto su per tradizione, anche perché vengo ogni anno con mio fratello Marco. Tante cose hanno potenziato la mia situazione. Qua mi sono trovato nel dubbio se fare amicizia con i ragazzi del Clan di formazione. Del discorso del lievito non ho recepito niente, anche se pensandoci c'è. Questo mi ha fatto accorgere che la mia fede stava sparendo. Essere buoni a lungo andare è una situazione che esaspera.
- Anche io ero scettico prima di partire. È difficile combattere le tentazioni, ed io non sono sicuro di sfuggirle. Non so se continuerò col Cristianesimo, perché è difficile per me, anche considerando che vi sono sempre stato costretto.
- Poesia: Sono venuto portando una pianta, Nella speranza che nascesse una foglia, E sono commosso perché è una gemma che sta nascendo.
- L'esperienza di Soviore ci aiuta a togliere il lievito. L'uomo non è perfetto? Dio ci persuade ad esserlo.
- Questo è stato un Soviore atipico per tante cose. È una cosa che mi fa molto piacere: sono tutti bravissimi. Ringrazio il Signore per avermi portato ancora una volta a Soviore. Tornerò l'anno prossimo, sperando che ci sia tanta gente. Le discussioni sono state interminabili: era una delle Compagnie di S. Giorgio di parolai più grande che abbia visto. Sono venuto a Soviore per ringraziare il Signore dell'aiuto che da ogni giorno come studente e da Capo Reparto.
- Abbiamo avuto tutti i tipi di clima. Il numero è stato basso ed è positivo. Cavalieri di S. Giorgio: fanteria d'assalto per il mondo. Il discorso preghiera non mi interessava, poi Don Remo ha parlato. Esperienza più drammatica di un'altra Compagnia di S. Giorgio. Questa è stata una Compagnia di S. Giorgio più bella. C'è qualcosa di concreto.
- La condizione fondamentale è venire qua con l'intenzione di lasciar fare. L'azzimo non sa di nulla. Mi ricordo così di quelle volte che a casa cerco di mettere il mio gusto. Cercherò di andare a casa lasciando fare al Signore.
- Soviore mi ha dato delle speranze, per togliere il lievito. Il Maestro dei Novizi di formazione ci ha tolto dubbi e ci ha dato l'esempio di come vivere in maniera Scout.
Giuliano, Capo Campo
Quando ero a Soviore 4 anni fa ero capo di un Clan, appena prima di sposarmi. Dopo un momento critico, mi sono sposato dopo essere uscito dalla Co.Ca..
Esistono momenti in cui tutta la realtà si capovolge di colpo, ed i parametri restano indefiniti. C'era la prospettiva del fallimento. Alla fine però la vita ricomincia a sbocciare.
- È da 14 anni che vengo a Soviore. Don Sandro è un po' un istrione. Volevo mettervi in guardia dal fascino di Soviore e dal carisma di Don Sandro. È qua che dobbiamo affilare gli strumenti, per poter andare a casa tutti pronti, e poi usarli.
- Sono riuscito a creare molti momenti belli.
- Il fatto che più mi ha colpito è stato il momento di silenzio generale.
Don Sandro
Non è stato facile arrivare a questa Route. Ci sono arrivato giù di salute in modo preoccupante: per curare l'insonnia siamo arrivati alla fleboclisi. Spesso è già una lotta riuscire tirare sera con serenità e fedeltà ai miei impegni ed al mio lavoro. La fede rimane.
Per seguire Dio nella vocazione, devo abbarbicarmi a quello che conta.
Non so se è stress o sono gli anni, ma questa situazione c'è. Non sono nuovo agli esaurimenti nervosi, e un amico disse: 'non dubiti, ne uscirà, e quando ne sarà uscito saprà comprendere quelli che vi saranno dentro'.
Non era mai successo che si scendesse al di sotto dei 130 partecipanti (di solito sono 400). A Natale c'è stato il casino di 279 (di solito erano 150). A Pasqua c'è stato quest'anno (65).
Il veder non arrivare nulla (le adesioni) è stato triste. Sono arrivato depresso all'inizio del Campo, ma il fuoco a Montenero ha cominciato a ridarmi la carica.
Ci sono stati interventi venuti dal cuore, e la realtà di questo Campo è stata vincente.
Continuare a bussare e continuare a cercare (per le persone cui non è stata data risposta).
Chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto, a chi chiede sarà dato.
Abbiamo un'età nella quale dobbiamo imparare a crearci un momento almeno una mezz'oretta alla settimana, e metterci in una Chiesa vuota in silenzio noi a vedere in silenzio Lui.
Una Chiesa sulla nostra strada ci deve essere.
Così come ci deve essere sul nostro cammino la Bibbia, cui dobbiamo dedicare un angolino che però non deve essere mai trascurato: se non ricaviamo nulla dalla lettura, ricaviamo quanto meno la fedeltà ad una idea.
Imparare ad essere noi adulti e soli di fronte a Dio, adulti e soli: il problema di fede è un problema di crescita, è il passare da Papà e Mamma a Gesù.
Da lupetti si pone la zampa nell'orma di Akela. Sta a noi lasciarsi afferrare dal Signore.
Anche questo è il significato di questa Pasqua.
Chissà quanti ignoravano che esiste la realtà del lievito in questa realtà che S. Paolo chiama lievito.
Nessuno ha diritto di mediare la nostra fede. Anche quando si è piccoli bisogna mediare il meno possibile.
Chi ha problemi di fede, sono solo problemi di crescita.
Grazie di essere venuti.
Il messaggio più bello è stato quello di Andrea di Pianella: "L'uomo non è perfetto, Dio ci persuade ad esserlo".
Sabato 14/04/1990
Fuoco di bivacco
Marco Gianfelici, dopo la sua "coccinella americana", ci fa danzare:
Se sei triste, ti manca l'allegria
e scacciare vuoi la malinconia
vieni con me ti insegnerò
la canzone della felicità:
sbatti le ali,
muovi le antenne,
dammi le tue zampine
un volo di qua,
un volo di là
questo è il ballo della felicità
TracceO R A R I O N.B.: (Le indicazioni tra parentesi riguardano i Capi e coloro che restano al Campo). MERCOLEDI' 11 APRILE : ore 15.00 - 20.00 Accoglienza. 17.00 - Partenza per Portovenere. 18.00 - Partenza per Campiglia. (19.00)- Partenza per Telegrafo. 20.00 - Partenza per Telegrafo. Dopo le : 20.00 - Trasferimento diretto a Riomaggiore e salita a Montenero. A Montenero - Attendamento - Cena Serata. 23.15 - Fuoco. 23-30 - Inaugurazione campo. ( Consiglio capi ). GIOVEDI' 12 APRILE : ore 7.00 - Sveglia - Pulizie. 8.15 - Briefing - Colazione - Smontaggio campo - Preghiera - Forma zione delle unità - Marcia con capitolo, per unità di forma zione. 12.00 -( Sesta - Pranzo ). 17.00 - Arrivo a Soviore - Montaggio campo (17.00-17.45 Apertura spaccio). 18.00 - Prove di canto. 19-30 - Cucina - Cena. 21.00 - Messa della Cena del Signore. ( Consiglio capi ). VENERDI' 13 APRILE : ore 7.00 - Sveglia - Pulizie - Colazione - Zaini.(7.15-8.00 Apertura Spaccio). 8.15 - Prove di canto. 8.30 - Ufficio del mattino. Proposta - Hyke (oppure: cantiere), con capitolo, per unità. 12.00 - ( Sesta - Pranzo ). 16.30 - Rientro. 17.00 - Prove di canto. 18.30 - Liturgia. 20.30 - Cucina e cena. 21.30 - Proposta - Deserto. 22.00 - ( Compieta - Consiglio capi ). SABATO 14 APRILE : ore 7.00 - Sveglia - Pulizie - Colazione. (7.15-8.00 Apertura spaccio). 8.30 - Ufficio del mattino - Proposta (Terminata la proposta, un'ora di apertura spaccio) - Capitolo di unità - Smontaggio campo - Pranzo. 12.00 - ( Sesta - Pranzo ). 13.30 - Capitolo generale - Cucina - Cena - Pulizia campo. 19.30 - Prova di canto. 21-30 - Fuoco di bivacco. 22.00 - Veglia Pasquale. * * *
Scarica file (PDF zippato)CELEBRIAMO LA FESTA
CON AZZIMI DI SINCERITÀ E DI VERITÀ
Molte erano le feste nell'anno giudaico; ma una era LA FESTA: la Pasqua. Durava più giorni, richiedeva particolari riti e il trasferimento a Gerusalemme per celebrarla.....
Tante sono le nostre feste nel corso dell'anno, religiose e civili. Ma una è LA FESTA, dalla quale le altre prendono significato. È appunto la Pasqua. Ha suoi particolari riti che durano più giorni. Richiede un lungo trasferimento spirituale di cui essa è una tappa; anzi un traguardo volante.
È appena cominciata la Quaresima: un tempo di oltre quaranta giorni fatto apposta per riportarci psicologicamente, spiritualmente e attivamente in trasferimento verso la Festa.
La Pasqua giudaica era caratterizzata dall'agnello e dal pane azzimo.
Anche la nostra.
L'agnello immolato é ormai e per sempre il Cristo.
Gli azzimi dobbiamo essere noi.
Solo con la presenza di questi due elementi può rinnovarsi la Pasqua. Cristo-agnello è presente nel Sacrificio eucaristico. Ma siamo noi pane azzimo?
Azzimo è il pane semplice, cotto solo con farina e acqua. Nulla di estraneo lo fermenta e lo gonfia; non vi è sale, né olio, né altro a dargli sapore. Sarà insaporito solo dall'Agnello Pasquale col quale sarà mangiato.
Lungo il cammino, un grande cambiamento è necessario, perché la grazia ci faccia azzimi.
Azzimi "dì sincerità e verità": cioè autentici, puri di animo e di intenzioni, fedeli.
La nostra vita nasce impastata con le tre concupiscenze: piacere, avere, potere. Spesso gli anni vi fermentano vizi, cattive abitudini, aspirazioni fuorvianti.
Ecco il dono della vita: lunga? breve? Chissà... Ma sempre sufficiente per farci azzimi. Impasto semplice come Adamo quando usci dalle mani di Dio, senza fermenti e sapori estranei. Per la Festa eterna.
Ecco alle porte la Festa di quest'anno che ci fa avanzare verso la Festa eterna.
Ed ecco una Quaresima per farci azzimi.
Azzimi della fretta: non c'è più tempo da perdere.
Azzimi della decisione: una volta per tutte.
Azzimi della fede in Gesù: è l'unica guida sicura.
Azzimi della fede in una patria: Dio l'ha promessa.
Nel nostro cammino ci sostiene la manna della Parola che esce dalla bocca di Dio; ci sostiene Gesú-Eucarestia, pane vivo per la vita eterna dei mondo.
E tutto il cammino, tutta la vita è Pasqua, è Festa: vivremo per Cristo, avremo la vita eterna.
* * *